Provenzano, appello alla Dna: verifichi le cause della morte di Attilio Manca
”Considerando la complessita’ della vicenda, in continuita’ e nel rispetto del lavoro gia’ svolto dagli inquirenti, riteniamo che sia necessario che la Procura Nazionale Antimafia prenda in mano il caso per intraprendere ulteriori percorsi di ricerca di verita’ e giustizia cosi’ come da anni chiedono i familiari di Attilio Manca”. Cosi’ in una nota di don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, interviene dopo che il gip del tribunale di Viterbo ha archiviato l’inchiesta aperta per chiarire i retroscena della morte di Attilio Manca, urologo siciliano che potrebbe aver curato il boss Bernardo Provenzano, trovato senza vita nella sua abitazione di Viterbo il 12 febbraio 2004. ”A noi come alla famiglia di Attilio non interessa avere un assassino a tutti i costi ma solo una verita’ giudiziaria che coincida con la verita’ dei fatti, una verita’ che dia risposte esaurienti ai tanti interrogativi sulle dinamiche di quella morte – sottolinea don Ciotti – su certe preoccupate telefonate di Attilio ai suoi familiari qualche giorno prima del rinvenimento del cadavere, di quel viaggio misterioso in Francia di qualche tempo prima e e le numerose coincidenze con le vicende legate alla latitanza di Provenzano. ”Nell’attesa di conoscere le motivazioni dei giudici di Viterbo – conclude il presidente di Libera – noi continueremo a camminare accanto alla famiglia Manca nella loro richiesta di giustizia perche’ ad Attilio venga restituita la dignita’ della verita”