Borsellino-quater,Camassa “Borsellino non parlò mai di trattativa”
“Paolo Borsellino non mi parlò mai di trattative o di contatti fra carabinieri e Vito Ciancimino?“. E’ quanto ha sostenuto il magistrato Alessandra Camassa, deponendo in Corte d’assise a Caltanissetta al processo Borsellino-quater. Camassa, già sostituto procuratore a Marsala quando a guidare l’ufficio, fino al febbraio 1992, era Paolo Borsellino ha raccontato ai giudici i suoi rapporti professionali e personali con il magistrato ucciso in via D’Amelio il 19 luglio 1992. Rispondendo ai Pm Camassa ha detto di non aver mai sentito Borsellino parlare di particolari contrati con colleghi della Procura di Palermo. “Non mi ha mai parlato di particolari contrasti. Paolo mi parlava spesso della sua insoddisfazione nel non potersi occupare della mafia di Palermo. Lamentava di essere messo da parte da Giammanco, evidente che riteneva di potere dare maggiori contributi sulla mafia palermitana”. Alessandra Camassa ha poi raccontato un incontro con Borsellino a Palermo, avvenuto certamente prima del 4 luglio 1992. “Con me – ha detto – c’era Massimo Russo. Paolo era seduto al suo tavolo e a un certo punto, inaspettatamente, si alzò e andò a sedersi sulla poltrona, si distese e cominciò quasi a piangere dicendo in lacrime: ‘non posso credere che un amico mi abbia tradito’. Io – ha detto Camassa – non l’avevo mai visto piangere. Pensai a un problema personale, familiare. Non pensai ad un possibile collegamento investigativo”. Nel corso del lungo interrogatorio Camassa ha evidenziato come fra Paolo Borsellino ed il giudice Signorino ci fossero rapporti “più che buoni”, che aveva “un rapporto particolare con i carabinieri, l’arma era il suo organo di riferimento per le indagini” e ha spiegato alcune diffidenze dell’allora maresciallo Canale nei confronti del Ros come “gelosia: voleva essere l’unico investigatore a lavorare con Borsellino che invece, aveva eletto il ros a organo investigativo di cui si fidava”