Immigrati, una gestione diversamente abile
29 marzo 2011 – La drammatica crisi umanitaria che nelle ultime settimane si è abbattuta sulle coste siciliane, e in particolar modo su Lampedusa, merita una riflessione, soprattutto nell’ambito degli aiuti (o dei non aiuti), che a questi disgraziati che fuggono dal Nord Africa, vengono forniti.
Per un Paese impegnato con successo – riconosciuto a livello mondiale – in missioni umanitarie in vari territori ‘caldi’ del mondo, la situazione venutasi a creare nella più grande delle isole Pelagie è, a dir poco, umiliante.
Dove è finita la Protezione Civile nazionale? Dove sono finiti i ‘volontari’ e le associazioni di volontariato di Protezione civile che ogni anno si presentano allo ‘sportello bancomat’ dello Stato a battere cassa? Dove è finita quella splendida organizzazione che interviene in ogni angolo del mondo, o dell’Italia, quando accadono disastri naturali portando sollievo alle popolazioni? A Lampedusa l’unica ad essere arrivata, in aggiunta alle organizzazioni che stabilmente operano sull’isola, è la protezione civile provinciale di Agrigento. E la protezione nazionale dove è finita? Dobbiamo davvero rimpiangere Guido Bertolaso o dobbiamo concludere che sul tema immigrazione quella del governo nazionale è una gestione diversamente abile?
Se si pensa che, a causa della legge Bossi-Fini, fatta propria dal ministro Roberto Maroni, i Pm di Agrigento sono costretti a iscrivere nel registro degli indagati tutti quelli che mettono piede a Lampedusa perché considerati per legge dei clandestini, come ripete a proposito dei tunisini il titolare dell’Interno, non si può arrivare a conclusione diversa.