Laurea honoris causa a Berkley ma c’ è il trucco, manca la e
ROMA – L’ università del refuso non nega a nessuno l’ onore della laurea. «Per valorizzare la propria immagine – recita la pubblicità della University of Berkley apparsa su importanti quotidiani nazionali – è possibile richiedere il prestigioso titolo di Doctor (Dr.) concesso dalla nostra Università per meriti professionali e convalidato dal Trattato di Amicizia tra Italia e Usa». Pagando da 3500 a 4200 euro, a seconda se si vuole, oltre alla pergamena avorio incorniciata in noce, anche la sua traduzione su carta bollata, si otterrà quindi il titolo onorifico dell’ istituto che non ha nessuna parentela con la rinomata e californiana Berkeley, ma si pronuncia allo stesso modo. «Non occorre sostenere esami, né spostarsi all’ estero» sbandiera la presentazione dell’ ateneo con una “e” di meno aggiungendo poi che «le lauree honoris causa non sono equipollenti a quelle italiane» ma «tutti i documenti saranno tradotti e asseverati da un Tribunale italiano». Per farne che? Niente, salvo poterlo stampare in rilievo sul proprio biglietto da visita. Se uno vuole buttare i soldi per farsi bello in società, libero di farlo, ma il problema è che qui non torna niente: 1) la University of Berkley, nonostante quello che garantiscono gli impiegati della filiale italiana, non è affatto riconosciuta dal ministero dell’ Istruzione statunitense; 2) il titolo di Doctor non è affatto convalidato dal Trattato di Amicizia 3) i requisiti per ottenere la laurea sono generici e, alla fine, basta pagare e chiunque abbia lavorato per una decina d’ anni può ottenere l’ alloro che, in situazioni normali, è stato concesso a eminenti intellettuali e scienziati di statura internazionale. In ultimo, la University of Usa – la società italiana che gestisce il business – vanta amicizie altolocate e si appoggia, su Roma, agli uffici della Aerec, l’ Accademia europea per le relazioni economiche e culturali che esibisce un comitato d’ onore lungo due pagine con ministri, sottosegretari e un fritto misto di celebrità. Organizzatissima, la società ha sia un sito che un numero verde che convoglia chi fa domande su una zelante dottoressa che spiega quel che serve: «Basta mandare un curriculum che attesti di avere avuto un’ esperienza professionale di 10-15 anni in qualsiasi settore. Dopo una ventina di giorni ci sarà un incontro con un nostro rappresentante ma, se non è possibile, si può fare anche per telefono o per posta. E quindi, dopo aver versato la quota si riceverà il diploma». Il sito web dà informazioni aggiuntive: «Per ottenere l’ ambito titolo» sono necessari «un buon curriculum, un’ ottima condotta civile e morale, aver conseguito qualcosa di positivo nei propri ambiti professionali e sociali, aver lavorato seriamente per un certo numero di anni». La filosofia è quella dell’ «istruzione innovativa» che punta su «programmi educativi che non richiedono il solito tempo e la necessità di frequenza». Ma il bluff, andando a verificare con l’ ateneo del Michigan che ha puntato tutto sull’ assonanza con il celeberrimo istituto della Costa ovest, si scopre subito: «Un’ università online accreditata che offre corsi di laurea individuali, a distanza e abbordabili per adulti negli Stati Uniti e all’ estero». Accanto ad “accreditata”, però, spunta un asterisco che racconta tutta un’ altra storia: il riconoscimento viene da una fantomatica New Millennium Accrediting Partnership For Educators Worldwide mentre «non è accreditata da nessuno degli organismi riconosciuti dal ministero dell’ Istruzione degli Stati Uniti». Tradotto: qualsiasi diploma che rilascerà non avrà il benché minimo valore legale da nessuna parte. La mente italiana di tutto l’ affare si definisce una «personalità eclettica, aperta a interessi e competenze molteplici» dalle scienze aziendali alla scrittura creativa, come recita la sua mini-biografia di “membro accademico” della partner Aerec. L’ associazione dalla “missione” assai fumosa nel cui comitato d’ onore figurano, tra gli altri, i ministri Franco Frattini e Stefania Prestigiacomo e il sottosegretario all’ Istruzione Maria Grazia Siliquini. Che, però, dell’ affiliazione non sa niente: «La senatrice è socio solo dei Lyons e del circolo del tennis di Torino – taglia corto il capo della sua segreteria Andrea de Leitenburg – e si sente diffamata da questa millantata inclusione. Manderemo i carabinieri a indagare ed escludo che tante altre delle persone elencate abbiano qualcosa a che fare con la vicenda. Le lauree honoris causa, per di più, sono cose serissime proposte dai consigli di facoltà e controfirmate dal ministro in persona». Berkeley, per dire, la concesse a Robert Frost, uno dei più grandi poeti americani di tutti i tempi. Berkley, invece, non disdegna neppure il ragionier Brambilla.
RICCARDO STAGLIANO’