Trattativa, avvocato Milio “Cara Guzzanti, la verità è un’altra”
Lettera dell’avvocato Basilio Milio, difensore fra gli altri del generale Mario Mori a “il Tempo” del 5 settembre 2014 Cara Guzzanti, la verità sulla trattativa è un`altra Gentile Sabina Guzzanti, non sono tra i fortunati ad aver visto a Venezia l`anteprima del suo film, «la Trattativa». Ho apprezzato nelle sue varie interviste la voglia di interrogarsi su queste vicende di mafia, attraverso una sintesi cronologica dei fatti e degli eventi, al fine di «mettere in grado tutti di capire la sequenza dei fatti che hanno cambiato il corso della democrazia». Per questo le scrivo. In ragione della mia professione di avvocato, e dei processi che hanno visto impegnato primamio padre, e poi me, nella difesa di vari ufficiali dei carabinieri compreso Mario Mori, ex capo del Ros, due volte su due assolto in vicende che sfiorano la presunta, e sin qui indimostrata, «trattativa».
La mia esperienza, non è la sua. Si fonda (la mia, non la sua) su una profonda conoscenza delle vicende oggetto del suo film, lettura di milioni di atti processuali, documenti e testimonianze. Si fonda non su suggestioni edipotesi (che in questi anni sono state avanzate da più parti) ma su fatti «ratificati» da sentenze che, come le dicevo, hanno assolto il mio assistito considerato – da taluni- uno snodo della trattativa fra lo Stato e la Mafia. Dovrebbe chiedersi, in primis, se i contatti tra gli ufficiali del Ros e Vito Ciancimino, dei quali le ha diffusamente parlato il figlio Massimo, possano essere sussunti sotto il termine di «trattativa» tra Stato e mafia, ovvero se non sia più appropriato parlare di «presunta trattativa», atteso che l`esistenza della stessa risulta clamorosamente smentita. I giudici che, il 17 luglio dell`anno scorso, hanno assolto Mori e il suo vice Obinu dall`accusa di aver favorito la latitanza di Provenzano, in merito ai contatti tra lo stesso Mori, l`ufficiale De Donno e Cianciminojr, hanno affermato che «scopo dei due ufficiali, che avevano strettamente collaborato con Giovanni Falcone e che erano certamente animati dalla volontà di catturarne gli assassini, era quello di ottenere qualche informazione utile alla lotta alla mafia ed, in particolare, alla cattura dei suoi capi, ma anche quello di mettere fine alle stragi». I loro colleghi che, nel 2006, hanno assolto Mori ed il Capitano «Ultimo» sul covo di Riina hanno stabilito che «se la cattura del Riina fosse stata il frutto dell`accordo con lo Stato, tramite il quale era stata siglata una sorta di pax mafiosa capace di garantire alle istituzioni il ripristino della vita democratica sconquassata dagli attentati, ed a Cosa nostra la prò sedizione, in tutta tranquillità, dei propri affari, sotto una nuova gestione lato sensu moderata, non si comprenderebbe perché l`associazione criminale abbia invece voluto proseguire contali eclatant! azioni delittuose, colpendo i simboli storico-artistici, culturali e sociali dello Stato, al di fuori del territorio siciliano, in aperta e sfrontata violazione di quel patto appena stipulato». Se lei ha la pazienza di leggere ancora, e più a fondo, questa sentenza scoprirà che tante sue certezze, «inattaccabili» le ha definite, tali non sono. Ecco perché vedrò con interesse il film auspicando che siano state citate tali decisioni. Signora Guzzanti concordo poi sul fatto che, nella vicenda, «smarrirsi è facile» ma mi domando se, «per non perdersi» la scelta migliore sia stata quella di accettare il suggerimento di AndreaPurgatoriedintervistare Massimo Ciancimino. Mi chiedo se, nel film, siano state riferite le valutazioni del Tribunale di Palermo (condivise dai pm diCaltanissetta) che sulla attendibilità di Massimo Ciancimino ha espresso valutazioni a dir poco devastanti, in senso negativo (se vuole le mando i passaggi più significativi) sull`attendibilità del soggetto, amante della ribalta mediatica, che peraltro è finito arrestato per calunnia (se vuole anche qui ho materiale interessante) e vanta guai giudiziari un po` ovunque e su varie questioni (scusi, signora, ma chi vedrà il film viene messo a conoscenza ditutti i procedimenti penali pendenti nei suoi confronti a Ferrara e Caltanissetta? Saprà delle incredibili intercettazioni che lo vedono protagonista?). Anche a me, il giornalista Purgatorii chiese di intervenire perché «occorreva sentire tutte le campane». Io accettai, ma inutilmente perché ancora aspetto di confrontarmi con lui e con lei, signora. Avrei potuto esserle d`aiuto per rendere un servizio alla verità storica che leiricerca. Perché la lotta alla mafia è una cosa seria. Troppi servitori dello Stato sono morti, e troppi sono stati infangati.
Avvocato Basilio Milio